In questa newsletter n.30 parlo di :
Meta Vuole i Tuoi Dati per l’IA
La Geolocalizzazione nelle App di Incontri
La Profilazione Online e il Ruolo dei Data Broker
Le Banche Dati per la Lead Generation
Boot:
Viviamo in un’epoca in cui la tecnologia si evolve più rapidamente della nostra capacità di comprenderne — e regolarne — le implicazioni. L’ultima mossa di Meta, che intende usare i contenuti pubblici degli utenti europei per addestrare la sua intelligenza artificiale, è solo l’ennesimo capitolo di una trasformazione silenziosa ma profonda: la normalizzazione della sorveglianza digitale in nome dell’innovazione.
Ci dicono che l’IA ha bisogno di dati per migliorare. Eppure, nessuno ci chiede davvero il permesso. Al massimo, ci offrono un modulo nascosto tra le impostazioni, un clic di dissenso che pochi troveranno e ancor meno comprenderanno. È questo il nuovo contratto sociale digitale?
Il vero pericolo non è solo l’uso dei dati pubblici, ma la graduale erosione della consapevolezza individuale. Ogni post, ogni commento, ogni like diventa materia prima per algoritmi che ci osservano, ci anticipano, ci influenzano — e alla fine, ci modellano.
L’Europa prova a resistere, con il GDPR e le autorità garanti. Ma la partita è lunga, e le Big Tech giocano su scala globale. La domanda, allora, non è solo cosa può fare Meta, ma quanto siamo disposti a rinunciare in cambio di un futuro “intelligente”. E soprattutto: chi lo sta decidendo per noi?
Il vero progresso non può essere costruito sulla cecità del consenso. Serve trasparenza, serve controllo, ma soprattutto serve una cultura digitale più consapevole. L’intelligenza artificiale è un’opportunità. Ma senza etica, rischia di diventare il cavallo di Troia di un nuovo autoritarismo tecnologico.
🔍 Meta Vuole i Tuoi Dati per l’IA: Ecco Cosa Devi Sapere (e Come Proteggerti)
Negli ultimi giorni, Meta — la società che controlla Facebook, Instagram e WhatsApp — è tornata sotto i riflettori in Europa. Il motivo? L’annuncio che la compagnia utilizzerà i contenuti pubblici degli utenti adulti europei per addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale.
Una mossa che segna un punto di svolta nella strategia di Meta, ma che solleva anche interrogativi urgenti su privacy, trasparenza e controllo dei dati personali.
🧠 Cosa sta facendo Meta con i tuoi dati?
Meta ha comunicato che inizierà a raccogliere e utilizzare post pubblici, commenti e interazioni con l’assistente virtuale Meta AI, con l’obiettivo di perfezionare i propri modelli linguistici e algoritmi intelligenti.
📌 Importante: Sono esclusi da questa raccolta i messaggi privati e tutti i contenuti pubblicati da minorenni.
Tuttavia, l’iniziativa riguarda milioni di utenti europei adulti, e rappresenta una delle operazioni di raccolta dati più ambiziose della storia recente del gruppo.
⚖️ La reazione delle autorità europee
A seguito dell’annuncio, il Garante irlandese per la protezione dei dati (DPC) — ente responsabile per la vigilanza su Meta in UE — ha richiesto una sospensione temporanea del piano. Il motivo? La necessità di valutare attentamente il rispetto del GDPR, la normativa europea sulla protezione dei dati.
Meta ha accettato di posticipare l’avvio della raccolta, pur definendo la decisione “deludente” e accusando l’intervento di frenare l’innovazione tecnologica.
🛑 È possibile opporsi? Sì. E devi farlo consapevolmente.
In risposta alle polemiche, Meta ha introdotto un modulo di opposizione, accessibile da Facebook e Instagram, che permette a ciascun utente di:
✅ Verificare se i propri dati pubblici verranno utilizzati
✅ Negare il consenso all’uso dei contenuti per l’IA
💡 Nota bene: il modulo non è particolarmente visibile. Per trovarlo, è necessario accedere all’informativa sulla privacy aggiornata o cercarlo nella sezione “Centro assistenza” delle piattaforme.
🧩 Perché questa notizia è cruciale
Quello che sta accadendo non è solo una questione tecnica. È una battaglia che riguarda il futuro dei nostri diritti digitali.
L’intelligenza artificiale è già parte integrante delle nostre vite — dagli assistenti virtuali alla pubblicità personalizzata, dalla generazione automatica di contenuti fino alle decisioni algoritmiche che influenzano lavoro, finanza e salute.
La domanda ora è: quanto controllo abbiamo su ciò che viene fatto con i nostri dati?
E quanto siamo disposti a cedere in nome della “personalizzazione” o dell’“efficienza”?
🔒 Cosa puoi fare ora
Controlla le tue impostazioni di privacy su Facebook e Instagram
Compila il modulo di opposizione se non vuoi che i tuoi contenuti siano usati per addestrare l’IA di Meta
Rimani informato: i cambiamenti stanno avvenendo rapidamente, e l’educazione digitale è la tua prima linea di difesa
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La Geolocalizzazione nelle App di Incontri: Una Minaccia alla Privacy
Le app di incontri hanno rivoluzionato il modo in cui le persone cercano connessioni romantiche e sociali, offrendo un’opportunità unica di incontrare potenziali partner in modo rapido e conveniente. Tuttavia, dietro la promessa di semplicità e accessibilità, emerge un rischio significativo: la perdita della privacy a causa della geolocalizzazione.
Mentre gli utenti si affidano a queste piattaforme per trovare l’amore o semplicemente per divertirsi, la tracciatura delle loro posizioni in tempo reale può diventare una vulnerabilità critica, spesso ignorata o sottovalutata.
I Rischi della Geolocalizzazione nelle App di Incontri
La geolocalizzazione presenta una serie di preoccupazioni per la privacy e la sicurezza degli utenti. In primo luogo, la condivisione della posizione può compromettere la sicurezza personale. Informazioni geografiche dettagliate potrebbero essere sfruttate da predatori digitali per individuare le vittime, aumentando il rischio di molestie, stalking, o anche aggressioni fisiche. La possibilità che i dati di localizzazione vengano acquisiti da hacker o da aziende di marketing, poi, amplifica ulteriormente la minaccia alla privacy.
Un altro aspetto critico è la perdita di discrezione. Gli utenti potrebbero voler mantenere riservata la loro posizione per motivi diversi, come la protezione della propria vita privata, la gestione di relazioni esistenti o la paura di essere giudicati dalla comunità. Tuttavia, la geolocalizzazione automatica e non sempre consensuale mina questa discrezione, mettendo gli utenti in una posizione vulnerabile, senza che siano pienamente consapevoli delle implicazioni.
Ignorare I Rischi
Nonostante i rischi tangibili, molti utenti non sono pienamente consapevoli delle minacce legate alla geolocalizzazione. Le politiche di privacy, spesso scritte in modo complesso o poco chiaro, rendono difficile comprendere come e fino a che punto i dati di localizzazione vengano utilizzati e condivisi. Di conseguenza, molti continuano a usare queste app senza essere consapevoli del potenziale pericolo che la loro privacy e sicurezza possano correre.
Cosa Possono Fare gli Sviluppatori?
Per affrontare questa problematica, è fondamentale un intervento da parte degli sviluppatori delle app di incontri. È essenziale che le politiche di privacy siano trasparenti e facilmente comprensibili, affinché gli utenti possano avere una chiara visione su come i loro dati vengono gestiti. Inoltre, gli sviluppatori dovrebbero implementare opzioni di controllo della geolocalizzazione più granulari, che permettano agli utenti di limitare la condivisione della propria posizione, migliorando il livello di sicurezza e privacy.
Cosa Possono Fare gli Utenti?
Anche gli utenti, naturalmente, hanno un ruolo cruciale nella protezione della propria privacy. È fondamentale che diventino più consapevoli dei rischi legati alla geolocalizzazione e prendano misure attive per proteggersi. Alcune azioni pratiche includono:
Limitare l’accesso alla posizione: Verificare e modificare le impostazioni di geolocalizzazione nell’app per limitare la visibilità della propria posizione.
Utilizzare strumenti di anonimizzazione: Impiegare servizi che proteggano la propria identità online, riducendo la visibilità della posizione.
Adottare pratiche di sicurezza digitale: Essere cauti nell’accedere a informazioni sensibili e adottare precauzioni quando si condividono dettagli personali.
Inoltre, gli utenti dovrebbero essere consapevoli che le app di incontri non sono strumenti infallibili per la sicurezza personale. È importante esercitare sempre il buon senso quando si interagisce online e si condividono dati sensibili.
Conclusioni
La falsa sensazione di privacy nelle app di incontri è un problema serio che richiede un’attenzione urgente. Solo attraverso una maggiore consapevolezza, trasparenza e controllo delle informazioni, sia da parte degli sviluppatori che degli utenti, si può sperare di tutelare la propria sicurezza e privacy in un mondo digitale sempre più interconnesso. Proteggere i propri dati non è solo una questione di privacy, ma anche di sicurezza personale, in un’epoca in cui l'accesso e l’uso delle informazioni sono sempre più potenti e invasivi.
La Profilazione Online e il Ruolo dei Data Broker: Come Funziona la Raccolta dei Dati e Chi Sono le Aziende Dietro
La profilazione online è un fenomeno sempre più rilevante nel mondo digitale odierno. Ogni giorno, lasciamo tracce di informazioni su Internet, e queste informazioni vengono utilizzate per costruire profili dettagliati che definiscono chi siamo, cosa facciamo e, soprattutto, cosa vogliamo acquistare. Ma chi raccoglie questi dati, come vengono utilizzati e, soprattutto, a chi vengono venduti? In questo articolo, cercheremo di capire come funziona la profilazione e la raccolta dei dati, mettendo in luce le aziende che operano nel settore e le implicazioni per la nostra privacy.
Chi Sono i Data Broker?
I data broker sono individui e aziende specializzate nella raccolta, analisi e vendita di dati personali e comportamentali. Queste aziende, attraverso tecnologie avanzate, raccogliono enormi quantità di dati da una varietà di fonti, li aggregano e li organizzano in profili dettagliati. Una volta creati questi profili, vengono venduti a una vasta gamma di clienti, tra cui aziende di marketing, istituti finanziari, agenzie governative e molto altro.
La loro attività non riguarda solo la raccolta di dati, ma anche la capacità di analizzare i comportamenti degli utenti, comprendere le loro preferenze e prevedere le loro azioni future. Il valore di mercato di questa attività è enormemente elevato, e le implicazioni per la privacy e la sicurezza sono significative.
Come Funziona la Raccolta dei Dati?
La raccolta dei dati da parte dei data broker avviene attraverso una vasta gamma di fonti, alcune delle quali possono sembrare insospettabili:
Dati Pubblici: I data broker accedono a informazioni disponibili pubblicamente, come i registri governativi (ad esempio, atti di nascita, matrimonio e proprietà), elenchi telefonici e dati forniti dalle agenzie di credito. Questi dati, sebbene accessibili al pubblico, possono essere aggregati per creare profili ancora più dettagliati.
Dati Online: Le principali fonti di raccolta provengono da attività online. Social media, motori di ricerca, siti di e-commerce, app mobili, e qualsiasi altro punto di contatto digitale dove gli utenti lasciano tracce. Questo include anche il comportamento di navigazione, le ricerche effettuate e le interazioni online.
Dati da Violazioni (Leaks): I data broker non si limitano ai dati raccolti in modo legittimo. Alcuni ottengono informazioni da database rubati o violazioni della sicurezza, sfruttando dati che potrebbero essere stati compromessi da attacchi informatici.
La Creazione dei Profili
Una volta raccolti i dati, questi vengono aggregati e combinati per creare profili dettagliati degli utenti. Questi profili possono includere:
Informazioni demografiche: Età, sesso, stato civile, livello di istruzione, professione.
Dati comportamentali: Preferenze di acquisto, comportamenti di navigazione, abitudini di consumo.
Informazioni geografiche: Posizione geografica, movimenti, abitudini di viaggio.
Dati finanziari: Storia creditizia, capacità di spesa, debiti.
L'obiettivo dei data broker è di costruire una mappa complessa delle abitudini e delle preferenze degli utenti, che possa essere utilizzata per indirizzare contenuti specifici e strategie commerciali mirate.
A Chi Vengono Venduti i Dati?
Una volta che i dati sono stati raccolti e organizzati, vengono venduti a una varietà di clienti, tra cui:
Aziende di Marketing e Pubblicità: Le aziende utilizzano questi profili per creare campagne pubblicitarie mirate, personalizzate in base agli interessi e ai comportamenti degli utenti.
Istituti Finanziari: I dati vengono utilizzati per valutare il rischio associato a potenziali clienti, per la concessione di prestiti o assicurazioni.
Agenzie Governative: Alcuni governi acquistano dati per finalità di sicurezza o per la raccolta di informazioni demografiche.
Società di Assicurazione: Le compagnie assicurative possono usare i dati per valutare i rischi legati a polizze sanitarie, vita o danni.
Agenzie di Selezione del Personale: Alcuni data broker forniscono anche servizi per le risorse umane, aiutando le aziende a selezionare candidati sulla base dei profili comportamentali e delle preferenze professionali.
In pratica, il mercato dei dati personali è diventato una componente fondamentale per l'economia digitale. Le informazioni sono una risorsa preziosa, e la loro vendita è un business miliardario.
Le Preoccupazioni Legate alla Privacy
La crescente attività dei data broker ha suscitato preoccupazioni significative in merito alla privacy e alla sicurezza dei dati personali. I dati raccolti spesso lo vengono senza il consenso esplicito degli utenti e possono essere utilizzati per scopi che vanno ben oltre quelli per cui sono stati inizialmente forniti. Questo solleva numerosi problemi:
Trasparenza e Consenso: Gli utenti non sono sempre consapevoli di come i loro dati vengono raccolti e utilizzati, e spesso non hanno il controllo sulle informazioni che vengono condivise.
Rischio di Abusi: L'uso di questi dati da parte di entità non autorizzate o malintenzionate può portare a frodi o violazioni della sicurezza.
Sfruttamento Commerciale: La profilazione dettagliata può portare a forme di manipolazione psicologica, con pubblicità e offerte che sfruttano vulnerabilità specifiche degli utenti.
Regolamentazione e Azioni Necessarie
Le preoccupazioni per la privacy dei dati hanno spinto numerose giurisdizioni a regolamentare più severamente il settore. In Europa, ad esempio, il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) ha imposto limiti più stringenti sulla raccolta e sull'uso dei dati personali. Tuttavia, la regolamentazione è ancora insufficiente a garantire la piena protezione degli utenti, e molti esperti chiedono maggiore trasparenza e un controllo più rigoroso sui data broker.
Le Principali Aziende di Data Broker
Esistono numerose aziende specializzate nella profilazione e raccolta dei dati. Alcune delle più conosciute a livello mondiale includono:
Acxiom: Una delle più grandi società di data broker, che raccoglie e vende enormi volumi di dati sui consumatori.
Experian: Un gigante nella raccolta e analisi dei dati, particolarmente noto per la gestione delle informazioni finanziarie.
Dun & Bradstreet: Specializzata in informazioni aziendali e comportamentali per supportare le decisioni di business.
Infogroup: Una compagnia che fornisce servizi di marketing basati sulla raccolta di dati dettagliati.
Epsilon: Concentra le sue attività sulla pubblicità e sul marketing digitale.
Arvato: Fornisce una vasta gamma di soluzioni basate sulla raccolta e analisi dei dati.
Webgains: Azienda focalizzata sulla gestione dei dati per il marketing e l'affiliazione online.
D4t4 Solutions: Specializzata nell'analisi e nell'elaborazione di grandi quantità di dati.
Criteo: Conosciuta per la pubblicità mirata, che utilizza i dati degli utenti per proporre offerte personalizzate.
FICO: Azienda che sviluppa software per l'analisi dei rischi finanziari e la profilazione dei consumatori.
Conclusioni
La profilazione online e l'attività dei data broker rappresentano un aspetto sempre più pervasivo della nostra vita digitale. Pur essendo uno strumento potente per le aziende, il loro impatto sulla privacy degli utenti è significativo e merita attenzione. È essenziale che i consumatori diventino più consapevoli di come i loro dati vengano raccolti, analizzati e venduti, e che le istituzioni si impegnino per garantire maggiore trasparenza e protezione delle informazioni personali. In un mondo in cui i dati sono diventati la nuova valuta, la nostra privacy non deve essere sacrificata in nome del profitto.
Le Banche Dati per la Lead Generation: Opportunità e Rischi per la Privacy
Nel contesto attuale del marketing e delle vendite, le banche dati per la lead generation sono diventate strumenti indispensabili per ottenere informazioni strategiche su potenziali clienti, partner commerciali e persino concorrenti. Tuttavia, l’utilizzo di questi strumenti comporta anche rischi significativi legati alla privacy e alla protezione dei dati personali. In questo articolo analizzeremo come funzionano queste piattaforme, da dove provengono i dati raccolti e quali sono le misure per tutelare la propria privacy in un ambiente digitale sempre più interconnesso.
Cosa Sono le Banche Dati per la Lead Generation?
Le banche dati di lead generation sono piattaforme digitali che aggregano e organizzano informazioni su individui e aziende, con lo scopo di supportare le attività commerciali. I dati raccolti possono includere:
Indirizzi email
Numeri di telefono
Ruoli professionali
Dettagli aziendali e settoriali
Queste informazioni vengono utilizzate per ottimizzare campagne di email marketing, cold calling, attività di prospecting e di business development nel settore B2B.
Come Funzionano le Piattaforme di Lead Generation?
Le piattaforme raccolgono dati da una varietà di fonti pubblicamente accessibili, tra cui:
Siti web aziendali: ad esempio, sezioni "Chi siamo" o "Contatti"
Social media: LinkedIn è una delle fonti principali, insieme a Facebook e Twitter
Registri e archivi pubblici: come registri camerali o documenti ufficiali
Una tecnica ampiamente utilizzata è il web crawling, ovvero la scansione automatizzata di siti internet per estrarre informazioni disponibili pubblicamente. Strumenti come Lusha, RocketReach e ZoomInfo si avvalgono di questa tecnologia per alimentare le proprie banche dati.
Dati Sensibili e Personaggi Pubblici
Uno degli aspetti più delicati è l’inclusione, all’interno di queste piattaforme, di informazioni relative a figure pubbliche, tra cui politici, celebrità e titolari di cariche istituzionali. I dati, anche se provenienti da fonti pubbliche, possono essere raccolti in modo invasivo, includendo email personali o numeri di telefono.
Una volta inseriti in queste banche dati, tali contatti possono essere venduti o utilizzati per campagne promozionali, con evidenti implicazioni etiche e legali.
Verifica dei Dati: OSINT e l'Uso di WhatsApp
Dopo la raccolta, i dati possono essere verificati tramite tecniche di OSINT (Open Source Intelligence). Un esempio comune consiste nel salvare un numero di telefono per verificare se è associato a un profilo WhatsApp e visualizzarne l'immagine.
Queste pratiche, sebbene legittime in ambito investigativo o giornalistico, possono essere facilmente sfruttate per fini illegittimi, come truffe e violazioni della privacy.
I Rischi Principali: La Frode del CEO e il Social Engineering
Uno dei rischi più gravi è rappresentato dalla CEO fraud, una tecnica di truffa in cui i criminali si spacciano per dirigenti aziendali, utilizzando informazioni trovate online per inviare email ingannevoli ai dipendenti.
Questo tipo di attacco sfrutta il social engineering, ovvero la manipolazione psicologica delle persone per ottenere accesso a informazioni riservate o per indurre comportamenti dannosi (come autorizzare bonifici o divulgare credenziali).
Come Tutelare la Propria Privacy: L’Opt-Out
Se scopri che i tuoi dati personali sono presenti in una banca dati senza il tuo consenso, puoi richiederne la rimozione tramite un processo chiamato opt-out. Ecco come procedere:
Contatta direttamente la piattaforma e richiedi la cancellazione dei tuoi dati
Verifica se esiste una procedura di opt-out automatica sul sito
Controlla le impostazioni di privacy sui tuoi profili social per ridurre la visibilità delle informazioni personali
Le Principali Piattaforme di Lead Generation
Ecco alcune delle piattaforme più utilizzate nel panorama B2B:
Lusha
RocketReach
Apollo.io
UpLead
Hunter.io
Iquia
Zeliq
ZoomInfo
Clearbit
Questi strumenti sono ampiamente impiegati da team commerciali e marketer per segmentare e contattare potenziali clienti. Tuttavia, è fondamentale che il loro utilizzo avvenga nel rispetto delle normative sulla privacy, come il GDPR.
Conclusioni: Un Equilibrio tra Opportunità e Responsabilità
Le banche dati per la lead generation rappresentano una risorsa preziosa per le aziende, in grado di migliorare l’efficacia delle strategie di marketing e vendita. Tuttavia, l’uso etico e responsabile di queste informazioni è essenziale per evitare abusi e per tutelare la privacy degli individui coinvolti.
In un’epoca in cui i dati sono una delle risorse più preziose, è importante:
Essere consapevoli dei propri diritti
Conoscere i rischi legati alla diffusione non autorizzata dei dati
Adottare misure per la protezione delle informazioni personali
Chi lavora nel settore commerciale o del marketing ha la responsabilità di agire in modo trasparente e conforme alle leggi, contribuendo così a costruire un ecosistema digitale più sicuro e affidabile.
Notizia In Breve:
Google ha introdotto una nuova funzionalità di sicurezza per dispositivi Android che prevede un riavvio automatico dopo 72 ore (3 giorni) consecutive di inattività del dispositivo. Questo meccanismo serve a proteggere i dati sensibili dell’utente, riportando il dispositivo nello stato “Before First Unlock” (BFU), in cui i dati restano crittografati e inaccessibili fino all’inserimento del PIN o della password.Questa novità rappresenta un passo avanti significativo nella protezione dei dati personali su Android, riducendo il rischio di accessi non autorizzati tramite tecniche di estrazione forense. L’auto-reboot dopo 3 giorni di inattività rafforza la sicurezza dei dispositivi senza compromettere l’esperienza utente quotidiana, poichè durante lo stato “After First Unlock” (AFU), il dispositivo mantiene in memoria alcune chiavi di crittografia, rendendo possibile l’estrazione forense dei dati anche se il telefono è bloccato.Il riavvio automatico dopo 72 ore limita la finestra temporale in cui i dati possono essere vulnerabili ad attacchi o estrazioni forensi.La funzione viene distribuita tramite Google Play Services (versione 25.14), senza necessità di aggiornamenti del sistema operativo e senza intervento da parte dell’utente.
OpenAI sta lavorando a un social network basato sull’intelligenza artificiale, focalizzato sulla condivisione di contenuti generati dall’AI. L’obiettivo è creare una piattaforma innovativa che unisca socializzazione e raccolta dati per migliorare i modelli di AI, competendo con piattaforme come X e Instagram. Il progetto è ancora in fase iniziale e non ci sono dettagli definitivi sulla sua forma finale.
Il Department of Government Efficiency (DOGE), sta tagliando miliardi di dollari nei contratti della Difesa USA, eliminando servizi di consulenza, iniziative per la diversità e programmi COVID-19. Questi tagli, pur rappresentando meno dell’1% del budget, hanno causato la quasi totale dimissione del team d’élite Defense Digital Service (DDS), noto come "SWAT team di nerd", che sviluppava tecnologie innovative per il Pentagono. I critici temono che DOGE stia più distruggendo che migliorando l’efficienza, mentre il Pentagono punta a ridurre l’8% del budget annualmente nei prossimi cinque anni.
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